Comunicato
Inserito in data:
07/03/2008
Chi risolleva l'Università
La scuola, e in particolare l'università, è forse l'emergenza più grave e ormai cronica della situazione italiana. Un frutto, anche in questo caso, di una autonomia male intesa e soprattutto male applicata. Il ministro Gelmini ha iniziato ad affrontate questo tema partendo dal reclutamento dei docenti negli Atenei, fissando un obiettivo ambizioso ma pieno di insidie: l'adozione di criteri basati sull'assoluta scientificità. Stabilire una sorta di "lista di idonei" a cui le università possano attingere e che tracci un solco definitivo tra chi è davvero adatto a stare in cattedra da chi non lo è rappresenta il punto di partenza per introdurre quel valore per troppo tempo rimasto nel cassetto: il merito. Soltanto scegliendo i migliori ingegni e premiando le personalità che hanno fornito validi contributi alla comunità scientifica e culturale, si potrà innescare quel meccanismo virtuoso che porti, di conseguenza, a valorizzare le eccellenze anche fra gli studenti.
Il traguardo, sebbene obbligato, è molto arduo e l'ostacolo è costituito da quei gruppi di potere che imperversano in molti Atenei italiani, e che hanno portato i metodi di scelta dei docenti ad essere basati soltanto sull'appartenenza a questa o quella lobby, oltre che sulla parentela. Questa tendenza, ovviamente, si è riversata sugli studenti, che da tempo si ritrovano ad essere la parte lesa, perché più debole, di un ingranaggio clientelare.
Quello che accade è sotto gli occhi di qualsiasi matricola che comincia il proprio cammino universitario: il titolare di cattedra eternamente irreperibile, una burocrazia che intralcia fino a rallentare il percorso di studi. Per non parlare del proliferare di corsi di laurea - concepiti soltanto ad uso e consumo di professori a caccia di cattedre - che finiscono per sfornare migliaia di disoccupati che possiedono competenze senza nessun collegamento con il mercato del lavoro.
Introdurre la cultura del merito all'università comporterà l'abbattimento di tutto ciò: un muro divenuto sempre più solido nel corso dei decenni che ha finito per dequalificare l'intero percorso educativo. Ma è una sfida necessaria, che questo governo deve saper sostenere, fronteggiando l'immobilismo reazionario di certe gerarchie accademiche. La posta in palio è importante - dare ai giovani la possibilità di costruire il proprio futuro - ma tutti i rischi vanno corsi se non si vuole che il ritardo dell'Italia diventi incolmabile.
Luca Mariotti
Responsabile Nazionale delle Commissioni Parlamentari
Coordinatore Regionale Marche
Forza Italia Giovani